RSPP: Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione nelle aziende
La figura del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) riveste un ruolo centrale nella tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro, tanto da essere una designazione obbligatoria in ogni azienda con almeno un dipendente. La normativa prevede diverse opzioni per ricoprire questo incarico: il RSPP può essere il datore di lavoro stesso, un dipendente interno che abbia acquisito le necessarie competenze, oppure un consulente esterno, spesso chiamato a gestire la sicurezza per aziende che preferiscono affidarsi a esperti specializzati. In questo articolo analizzeremo in modo approfondito i compiti e le responsabilità che competono a un RSPP, offrendo una panoramica delle competenze tecniche e gestionali richieste per svolgere questo ruolo in maniera efficace. Inoltre, esploreremo come la multidisciplinarietà che caratterizza professioni come quella di architetto e ingegnere possa offrire una solida base per intraprendere la carriera di RSPP, aprendo nuove opportunità professionali in un settore in continua evoluzione.
Chi è il RSPP e di cosa si occupa?
Il significato dell'acronimo RSPP è Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, una figura definita dal D.Lgs. 81/2008, come "la persona, in possesso delle capacità e dei requisiti professionali, designata dal datore di lavoro per coordinare il servizio dei prevenzione e protezione dai rischi".
Da questa definizione si deduce che la sua nomina è un obbligo che ricade sul datore di lavoro (tra l'altro si tratta di un obbligo non delegabile) e che il suo compito principale è coordinare le persone, i sistemi e i mezzi interni o esterni all'azienda per prevenire gli incidenti e contribuire a tutelare i lavoratori dai rischi professionali. Si tratta quindi di una figura che deve avere una profonda conoscenza della realtà lavorativa in cui opera, delle norme in vigore nel settore, specie in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Chi può svolgere il ruolo di RSPP?
Come abbiamo detto in apertura, ci sono diversi soggetti che possono svolgere questo ruolo e tutti devono avere dei requisiti specifici. In primo luogo abbiamo il Datore di Lavoro, che può svolgere questo ruolo nelle realtà lavorative più semplici secondo quanto stabilito dall'articolo 34, come le aziende artigiane ed industriali fino a 30 lavoratori, le aziende agricole e zootecniche fino a 30 lavoratori, le aziende della pesca fino a 20 lavoratori o aziende di altro tipo fino a 200 lavoratori. In questi casi, il datore di lavoro può svolgere un corso specifico che gli permette di ricoprire quel ruolo esclusivamente nella sua azienda. In tutti gli altri casi, per diventare RSPP è necessario possedere i requisiti professionali previsti dall'articolo 32 del Testo Unico per la Sicurezza, identificabili con un titolo di studio non inferiore al diploma e un l'attestato di superamento di un corso di formazione abilitante di almeno 100 ore, rinnovato ogni 5 anni con un apposito corso di aggiornamento RSPP di 40 ore.
Specifichiamo che, anche se l'articolo 32 pone come requisito minimo il Diploma, per ricoprire il ruolo di Responsabile in particolari settori, possono essere più consoni titoli di studio maggiormente specifici o una laurea in discipline tecniche, come ingegneria, architettura o altre affini. Inoltre, sebbene non sia sempre esplicitamente richiesto dall'articolo 32, in molti contesti è preferibile o necessario che il RSPP possieda una certa esperienza lavorativa o pregressa nel campo della sicurezza sul lavoro.
Focus sulla formazione obbligatoria per RSPP
Sul RSPP ricade l'obbligo di formazione, nello specifico, egli è obbligato a frequentare un corso di formazione iniziale strutturato nel seguente modo:
Modulo | Durata | Descrizione |
---|---|---|
Modulo A | 28 ore | modulo base propedeutico agli altri |
Modulo B | 48 ore | corso di specializzazione per la formazione in un determinato settore |
Modulo C | 24 ore | corso di specializzazione su rischi psicosociali, ergonomici e organizzativi |
Per quanto riguarda la durata del modulo B ci sono alcuni settori che per via dei rischi specifici connessi necessitano di formazione aggiuntiva, tali percorsi hanno durata diversa a seconda del settore stesso:
- Agricoltura e Pesca - 12 ore;
- Cave e Costruzioni - 16 ore;
- Sanità Residenziale - 12 ore;
- Chimico e Petrolchimico - 16 ore;
L'aspirante RSPP che avrà concluso tutti i moduli previsti dovrà sostenere un esame di valutazione finale per ottenere l'attestato che certifica le sue competenze e conoscenze in materia. Tale attestato tuttavia va regolarmente aggiornato ogni 5 anni tramite corsi di aggiornamento di 40 ore. Per aiutare i professionisti del settore a mantenere la propria abilitazione, abbiamo progettato un corso in modalità e-learning che rispetta i requisiti stabiliti dal D.Lgs 81 e dagli Accordi Stato-Regioni. Inoltre, il corso è valido per il rilascio dei crediti formativi professionali perché accreditato presso gli ordini del settore tecnico.
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Esonero dei Moduli A e B
Sono esonerati dallo svolgimento dei moduli formativi A e B coloro che risultano in possesso di laurea in una delle seguenti classi:
- L7 ingegneria civile e ambientale
- L8 ingegneria dell'informazione
- L9 ingegneria industriale
- L17 scienze dell'architettura
- L23 scienze e tecniche dell'edilizia
- LM26 ingegneria della sicurezza;
Tuttavia, per poter ottenere l'abilitazione di RSPP è necessario frequentare il Modulo C di 24 ore. Inoltre, anche per questi soggetti, vige l'obbligo dell'aggiornamento quinquennale.
Come avviene la nomina del RSPP?
Una volta che il Datore di lavoro decide di affidare ad un soggetto idoneo questo ruolo, la nomina deve essere formalizzata attraverso un documento scritto che attesta l'assegnazione dell'incarico di RSPP. Questo atto deve essere conservato all'interno della documentazione aziendale, a disposizione delle autorità competenti in caso di controllo, insieme alla documentazione e gli attestati che testimoniano l'avvenuta formazione e aggiornamento.
Una volta nominato, il RSPP deve essere ufficialmente comunicato ai lavoratori, i quali devono essere informati su chi riveste tale ruolo e come contattarlo in caso di necessità legate alla sicurezza sul lavoro.
Come vediamo nello schema precedente, nel caso di nomina di un soggetto esterno è necessaria la stipula di un contratto di consulenza tra il datore di lavoro e il professionista o la società che fornisce i servizi di prevenzione e protezione. Il contratto deve chiarire i compiti specifici del RSPP, la durata dell'incarico, i compensi e le responsabilità del consulente. Per quanto riguarda quanti RSPP possono essere nominati, la normativa è chiara nello stabilire che per ogni azienda può essere nominato un solo Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione. Tuttavia, lo stesso D.Lgs 81 prevede che il Datore di lavoro organizzi il servizio di prevenzione e protezione in base alle caratteristiche dell'azienda. In aziende esposte a particolari rischi o di particolare estensione, possono essere nominati altri soggetti in possesso dei requisiti dell'articolo 32 che collaborino con il RSPP supportandolo nello svolgimento delle sue mansioni. Si tratta degli Adetti al Servizio di Prevenzione e Protezione o ASPP
Cosa Deve Contenere un Contratto per RSPP Esterno?
La stipula di un contratto di incarico per RSPP è un documento vincolante per ambo le parti. Di conseguenza, quando un professionista accetta di ricoprire questo ruolo per conto di un'azienda, deve prestare attenzione che nel contratto vengano indicati almeno questi elementi:
- Descrizione chiara dell'incarico, che può prevedere consulenza, gestione della sicurezza, aggiornamento del DVR e supervisione del piano d'emergenza in base al D.Lgs. 81/08;
- Specifica delle attività necessarie, come sopralluoghi nei luoghi di lavoro, verifica delle misure di prevenzione e protezione, proposta di misure preventive e formative.
- Modalità di comunicazione e frequenza degli incontri tra l'RSPP, il datore di lavoro e altre figure chiave, come il medico competente.
- Definizione del compenso, suddiviso in rate mensili, e delle spese aggiuntive per rilievi e valutazioni;
- Clausole che stabiliscono penali in caso di ritardi nella consegna degli elaborati o nel completamento degli obblighi previsti;
- Impegno dell'RSPP a mantenere la segretezza delle informazioni aziendali e riservate;
- Condizioni per le dimissioni volontarie o la sospensione dell'incarico, inclusa la necessità di un affiancamento al nuovo RSPP;
- Procedure per risolvere eventuali controversie, preferibilmente attraverso la risoluzione amichevole o collegio arbitrale.
Quali sono i compiti di un RSPP?
I compiti di un RSPP sono contenuti nell'articolo 33 del D.lgs 81/08 secondo cui egli deve provvedere a:
- individuare e valutare i fattori di rischio
- individuare le misure per la sicurezza e la salubrità degli ambienti di lavoro, nel rispetto della normativa e tenendo conto della specifica organizzazione aziendale;
- elaborare le misure preventive e protettive previste dall'articolo 28, comma 2, e i sistemi di controllo di tali misure;
- elaborare le procedure di sicurezza per le diverse attività aziendali;
- proporre i programmi di informazione e formazione dei lavoratori;
- partecipare alle consultazioni in materia di sicurezza sul lavoro compresa la riunione periodica di cui all'articolo 35;
- fornire ai lavoratori le informazioni previste dall'articolo 36.
Oltre a queste prescrizioni valide per tutti coloro che ricoprono il ruolo di responsabile, il professionista esterno, in quanto esperto del settore, comunemente può svolgere anche mansioni e funzioni tipiche dei consulenti o di figure come HSE Manager. Tuttavia, queste mansioni devono essere regolarizzate all'interno del contratto.
Quali sono le responsabilità del RSPP?
Secondo il D.Lgs 81/08 il datore di lavoro è il soggetto su cui ricadono maggiormente le responsabilità in materia di sicurezza, inoltre non sono previste sanzioni penali specifiche per il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione. Tuttavia, ciò non vuol dire che il RSPP è esonerato da ogni responsabilità in caso di incidenti o infortuni verificatisi a causa dell'esistenza di una situazione di pericolo che egli avrebbe dovuto individuare e segnalare. In casi del genere, infatti, siamo in presenza di "colpa professionale" per cui il RSPP può essere chiamato a rispondere sia penalmente che civilmente poiché non ha svolto il proprio ruolo in maniera adeguata.
Tuttavia il Responsabile può considerarsi esente da responsabilità qualora riesca a dimostrare:
- che abbia svolto i propri compiti, avvisando il datore di lavoro dei rischi e delle misure adottare per prevenirle e che quest'ultimo non abbia attuato tali misure;
- che l'evento si sia è verificato, nonostante il corretto svolgimento dei suoi obblighi, per un avvenimento fortuito o per una mancanza non a lui ascrivibile (come un comportamento pericoloso ed errato intrapreso da un lavoratore).
Le sanzioni relative alla figura del RSPP
Le uniche sanzioni che ruotano attorno alla figura del RSPP contenute nel Decreto 81 sono, dunque, quelle relative alla mancata nomina e al mancato aggiornamento. In caso di mancata nomina dell RSPP, il Datore di lavoro rischia l'arresto da 3 a 6 mesi o una multa che varia da 2.500 € a 6.400 €.
Per quanto concerne l'aggiornamento, sia che si tratti del ruolo di RSPP o di DLSPP (Datore di lavoro che svolge il servizio di prevenzione e protezione) per il mancato rinnovo quinquennale è prevista una pena detentiva da 3 a 6 mesi e una sanzione pecuniaria compresa tra 2.740 € e 7.014 €.
Per un RSPP esterno, come un libero professionista, la mancata partecipazione agli aggiornamenti obbligatori non prevede sanzioni penali dirette, tuttavia, il contratto potrebbe prevedere delle clausole di rivalsa da parte del datore di lavoro per casi del genere. Tuttavia, la conseguenza da non sottovalutare, è la sospensione della possibilità di esercitare le proprie funzioni fino al completamento del monte ore di aggiornamento mancante. In questo caso, pur mantenendo il titolo abilitante, il professionista non può operare finché non ottempera agli obblighi di formazione frequentando un corso di formazione di 40 ore.
Quanto guadagna un RSPP esterno?
In generale, il compenso di un RSPP esterno dipende dal livello di rischio dell'azienda, dal numero di dipendenti e dalla tipologia di contratto. Le tariffe per un RSPP esterno possono partire da circa 1.000 € all'anno per aziende a basso rischio con pochi dipendenti, e salire fino a 2.500 € all'anno o più per aziende ad alto rischio con oltre 11 dipendenti. Se ragioniamo in termini di stipendio annuo, esso è fortemente condizionato anche dal numero di incarichi assegnati al professionista, che può gestire più clienti contemporaneamente, e dal suo livello di esperienza. Sulla base di ciò, in media un RSPP ha un introito annuale lordo che può variare dai 30.000€ ai 40.000€.
Commenti
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Roberto
11/04/2022 - 14:33
Buongiorno, il rspp redige anche piani di evacuazione (con relative vie di fuga, ecc ecc..)?
Rispondi -
Stefano
07/09/2021 - 12:51
Buongiorno, un' azienda che ha due sedi, ha bisogno di un rspp per ogni sede? se una stessa sede viene condivisa da più società c'è bisogno di un dvr per ogni società o ne basta uno? grazie.
RispondiRedazione Pedago.it 24/09/2021 - 15:05Salve, di norma in ogni azienda può essere nominato un solo rspp (coadiuvato da eventuali aspp), anche per diverse unità produttive. per quanto riguarda la seconda domanda, ciascuna delle due aziende è obbligata a redigere il dvr in base alla natura del proprio lavoro e all'entità del proprio livello di rischio. inoltre, bisognerà anche valutare gli eventuali rischi di interferenza tra le due attività lavorative (se presenti).
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Patrizia
19/11/2020 - 09:32
Il medico competente è una figura obbligatoria nei comuni piccoli?
RispondiRedazione Pedago.it 19/11/2020 - 14:39Salve, il medico competente è, ai sensi del d.lg81, il sanitario in possesso dei titoli professionali e dei requisiti previsti, che collabora ad effettuare la valutazione dei rischi e mette in atto la sorveglianza sanitaria tutelando lo stato di salute e la sicurezza dei lavoratori. l'obbligo di nomina deriva dalla tipologia di azienda.
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Andrea
11/10/2020 - 16:04
Un lavoratore autonomo senza dipendenti, è obbligato al corso rspp?
RispondiRedazione Pedago.it 23/10/2020 - 15:42No, ma in ogni caso ? necessario un corso di formazione adeguato al livello di rischio del lavoro che svolge