Come diventare Ingegnere petrolifero: chi è, cosa fa, quanto guadagna
Le politiche attuali, sia europee che statali, stanno contribuendo a mettere in atto nel concreto il progetto di Transizione Ecologica incentivando strategie di sviluppo con ridotto impatto sull'ambiente, come la progettazione impianti per energie rinnovabili o la riqualificazione degli edifici, le fonti di energie non rinnovabili, come i combustibili fossili o nucleari, soddisfano ancora una grande fetta del fabbisogno energetico nazionale, un chiaro esempio di ciò è il petrolio. L'articolo odierno è volto ad approfondire una figura professionale che si occupa proprio di ottimizzare i processi di estrazione applicando i principi di una specifica branca dell'ingegneria: l'ingegneria petrolifera. Spiegheremo, dunque, chi è l'ingegnere petrolifero, cosa fa per svolgere il suo lavoro al meglio, quale laurea serve per diventarlo e, in fine, quanto guadagna.
Chi è e Cosa fa l'ingegnere petrolifero?
L'ingegnere petrolifero è un professionista che opera nel settore della progettazione, dello sviluppo e della manutenzione degli impianti di estrazione degli idrocarburi naturali, ovvero:
- oli minerali;
- gas;
- bitumi;
- cere;
Un altro compito dell'ingegnere petrolifero è quello di gestire i processi inerenti l'attività di estrazione, stoccaggio e trasporto delle risorse estratte. Il loro obiettivo primario è, tuttavia, quello di valutare e analizzare i volumi e la composizione chimica dei giacimenti di idrocarburi, nella maniera più esatta possibile e trovare il modo migliore e più sostenibile per procedere all'estrazione.
Dove svolge il suo lavoro?
Questa professione può essere svolta all'interno di un laboratorio, ma per lo più si svolge a contatto con le risorse da estrarre, che siano esse in mare o in terra. Ciò porta l'ingegnere a trovarsi a lavorare presso:
- pozzi;
- piattaforme petrolifere;
- trivelle;
Per raggiungere i luoghi di estrazione, inoltre, l'ingegnere petrolifero è chiamato spesso a spostarsi e viaggiare per giungere nei luoghi degli impianti. Il lavoro in queste strutture, specie sulle piattaforme petrolifere, è molto duro e costringe il professionista a periodi lunghissimi di permanenza, lavorando a ritmi intensi e trovandosi, sovente, a dover far fronte a situazioni impreviste.
Quanto guadagna un ingegnere petrolifero?
Si tratta di un lavoro che richiede impegni e sacrifici e che impone un carico di responsabilità non indifferenti ma, in media, lo stipendio mensile sembra ripagare tali sforzi e dar loro un senso. Si parla di circa 2770 € mensili netti, circa 58.700 € lordi ogni anno, una cifra ben al di sopra della retribuzione media italiana.
Come diventare ingegnere petrolifero
Chiudiamo illustrando il percorso per diventare ingegnere petrolifero partendo dalla formazione e dal titolo di studio necessario.
Il requisito fondamentale è almeno un diploma di laurea in una branca dell'ingegneria, spesso molti aspiranti vengono da un percorso di studi in ingegneria chimica. Tuttavia vi sono anche dei percorsi educativi quinquennali per conseguire un master apposito.
Le materie cardine che un aspirante ingegnere petrolifero studierà all'interno del suo percorso formativo sono:
- matematica avanzata (algebra, trigonometria, calcolo ecc)
- scienze (biologia, chimica, ecc)
- progettazione.
Tuttavia vengono richiesti anche dei requisiti personali, delle capacità naturali che contraddistinguono il professionista del settore, permettendogli di differenziarsi dagli altri.
Tali capacità sono:
- creatività;
- problem solving;
- abilità comunicative;
- capacità di lavorare in team;
- capacità di adattarsi ai viaggi o alle lunghe permanenze nei siti di perforazione;
- forte autocontrollo e resistenza allo stress;
- condizioni fisiche ottimali;
- capacità di direzione, coordinamento e controllo;
Ricordiamo che, vista la natura del lavoro che porta il professionista a spostarsi in paesi nuovi e a confrontarsi con nuove culture, la predisposizione e la conoscenza delle lingue straniere (specie l'inglese) risulta molto utile.