Psicologo CTU: come svolgere perizie di natura psicologica in tribunale
Il CTU, o consulente tecnico d'ufficio, in veste di esperto nel proprio ambito professionale, viene nominato dai giudici quando insorge la necessità di svolgere una perizia approfondita per rispondere ad un quesito di natura tecnica, rilevante per la risoluzione del processo. In questi casi, ai sensi dell'articolo 61 del Codice di Procedura Civile, viene nominato un soggetto iscritto ad uno specifico albo tenuto presso ogni tribunale che raccoglie, divisi per sezione e ambito di competenza, diverse categorie di professionisti regolarmente iscritti anche ai rispettivi albi professionali o alla camera di commercio. Quando l'oggetto della perizia è una persona e ci si addentra nei meandri della sua psiche per determinare il motivo delle sue azioni, o gli effetti che determinati eventi hanno causato su di essa, si entra nel territorio degli psicologi e degli esperti di psicologia forense, categoria sempre più coinvolta nelle consulenze tecniche d'ufficio a cui abbiamo dedicato questo approfondimento mirato.
Quando è necessario nominare uno Psicologo CTU?
Il Giudice può nominare uno psicologo per assisterlo nella risoluzione di un quesito sia in ambito civile che in ambito penale, anche se con le dovute differenze. In ambito civile, lo psicologo può essere nominato CTU per effettuare delle perizie psicologiche volte, nella maggior parte dei casi, a valutare fattori come:
- lo stato psicologico di adulti e minori nei casi separazione e divorzio o di affido e adozione;
- la presenza della sindrome dell'alienazione parentale (PAS) nei bambini;
- i danni psichici causati ad un soggetto da un determinato evento;
- l'entità di fenomeni come il mobbing;
- l'idoneità psicologica di un soggetto a compiere una determinata azione (svolgere un lavoro, guidare, detenere un'arma).
Specifichiamo che il Codice di Procedura Civile prevede che, oltre al CTU nominato dal magistrato, le parti abbiano la facoltà di nominare i propri consulenti tecnici di parte per avvalorare la propria posizione. In ambito civile, dunque, uno psicologo può operare anche come CTP. In ambito penale, invece, lo psicologo nominato dal giudice prende il nome di Perito, e dovrà intervenire in casi in cui è necessario:
- valutare e ascoltare i minori coinvolti in casi di sospetta violenza o abusi;
- valutare la capacità di un soggetto di rendere una testimonianza;
- valutare il grado di suggestionabilità del soggetto, nonché la sua capacità di intendere e volere;
- valutare l'entità del danno psichico riportato da un soggetto;
- valutare la capacità di stare in giudizio.
Specifichiamo che, in ambito penale, lo psicologo consulente non può essere chiamato a svolgere una perizia che abbia come oggetto l'indagine sulla personalità dell'autore di un reato.
Cosa fa uno Psicologo durante una CTU?
Sia in ambito civile che in ambito legale, lo psicologo deve svolgere la sua valutazione in modo attendibile e scientifico, servendosi di strumenti psicometrici e di procedure standardizzate. In generale, nel caso della nomina a Consulente tecnico d'ufficio, egli dovrà rispondere al quesito del giudice elaborando una perizia entro il limite di tempo indicato da quest'ultimo.
Per svolgere tale perizia, lo Psicologo dovrà seguire un iter procedurale ben preciso diviso idealmente in 3 parti:
- prestare giuramento e accettare l'incarico;
- svolgere le operazioni peritali;
- rispondere al quesito elaborando la propria relazione.
Di seguito approfondiremo ciascuna di queste fasi, fornendo delle indicazioni per lo svolgimento di ciascuna di esse.
Giuramento e accettazione dell'incarico
Il primo passo è, dunque, presentarsi in tribunale e prestare giuramento accettando l'incarico secondo la formula di rito, questo atto formale sancirà l'impegno assunto dal professionista di rispondere al quesito del Giudice in maniera scientifica e veritiera. A tal proposito si specifica che, ai sensi dell'art. 63 del c.p.c. il consulente tecnico non ha facoltà di rifiutare l'incarico se non in presenza delle motivazioni e delle incompatibilità indicate nell'art. 51 del c.p.c. volte a garantire il principio di terzietà e di imparzialità richieste per svolgere la perizia. Inoltre, se in presenza di questi motivi lo psicologo non si astiene da ricoprire l'incarico di CTU, egli potrà essere ricusato.
Un esempio di incompatibilità applicate al caso concreto del CTU psicologo è quello il professionista, in veste di psicologo o psicoterapeuta, abbia già in cura il soggetto su cui svolgere la perizia, poiché verrebbero meno i sopracitati principi di terzietà e imparzialità.
Operazioni Peritali
Accettato l'incarico bisognerà dare inizio alle operazioni peritali da svolgere secondo il codice di procedura civile e le modalità previste dal processo civile telematico, dandone opportuna comunicazione alle parti per permettere ai rispettivi CTP (ove nominati) di presenziare al loro svolgimento. Nel caso specifico dello psicologo le operazioni peritali potranno svolgersi tramite:
- colloqui;
- test psicologici;
- visite domiciliari;
- osservazione strutturata dei soggetti periziati;
- accesso ad eventuale documentazione rilevante per la risposta al quesito.
A questo elenco potranno aggiungersi tutti gli altri momenti di studio e di analisi che il professionista riterrà opportuni, purché coerenti con i principi del Codice Deontologico degli Psicologi Forensi e del Protocollo di Milano del 2012.
VEDI ANCHE: Come comunicare l'inizio delle operazioni peritali
Relazione peritale
Elaborare la relazione peritale è l'atto culminate dell'incarico del CTU, ovvero quello in cui fornisce la propria risposta al quesito del giudice. Tale risposta deve essere completa ed esaustiva, inoltre va redatta e depositata secondo degli schemi ben precisi.
Nello specifico, è prassi comune che una relazione peritale si componga delle seguenti parti:
- una parte introduttiva in cui si elencano le informazioni generali connesse alle attività del CTU;
- una parte descrittiva contente un resoconto di quanto emerso dallo svolgimento delle operazioni peritali;
- una parte valutativa nella quale lo psicologo espone la sua tesi e argomenta i suoi ragionamenti;
- una parte conclusiva in cui è contenuta la risposta al quesito del giudice.
Specifichiamo che quanto riportato dallo psicologo all'interno della sua relazione non ha carattere vincolante per il giudice. Una volta redatta bisognerà procedere al deposito della perizia secondo le modalità del processo civile telematico ed entro i termini stabiliti dal magistrato. Qualsiasi tipo di irregolarità potrebbe far sì che la perizia venga considerata nulla.
VEDI ANCHE: Come redigere una relazione peritaleCome depositare una relazione peritale
Come fa uno Psicologo a diventare consulente tecnico d'ufficio?
Uno psicologo che intende lavorare all'interno dei tribunali come consulente tecnico deve, in primo luogo, essere iscritto all'albo del CTU del tribunale della circoscrizione di competenza per l'area in cui l'aspirante risiede o in cui ha il suo domicilio professionale. Le regole specifiche per l'iscrizione possono variare leggermente di circoscrizione in circoscrizione ma, in generale, bisognerà inoltrare una richiesta al Presidente del Tribunale e d essere in possesso dei seguenti requisiti:
- competenze specifiche in psicologia;
- iscrizione all'albo dell'ordine nazionale degli Psicologi;
- competenze e titoli attestanti le proprie capacità;
- specchiata condotta morale.
Tra i titoli e le competenze, al netto della laurea specialistica in Psicologia, sarà opportuno essere in possesso anche di corsi e master in Psicologia Giuridica o Forense, e di corsi di specializzazione in Psicodiagnosi. Inoltre, risulta essenziale essere in possesso di alcune caratteristiche personali come:
- saper condurre un colloquio di tipo psicologico;
- avere spirito di osservazione;
- saper individuare gli strumenti diagnostici adatti al caso;
- avere doti espositive tali da scrivere una relazione comprensibile;
- aggiornare costantemente le proprie competenze sulle tematiche della psicologia;
- avere un buon grado di conoscenza delle dinamiche del processo civile.
Per quanto riguarda le conoscenze delle dinamiche del processo civile e lo sviluppo delle competenze tecnico-pratiche in ambito forense, alcuni tribunali richiedono agli aspiranti CTU di frequentare degli specifici corsi di formazione professionale in materia. In risposta a questa esigenza abbiamo progettato un apposito corso per diventare CTU erogato totalmente in modalità e-learning, un percorso trasversale pensato per permettere a ogni categoria di professionisti di ottenere le conoscenze giuridiche necessarie per l'iscrizione all'albo.
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Esempio di CTU da Psicologo in casi di affidamento dei figli
Di seguito forniremo delle linee guida utili agli Psicologi per condurre una perizia tecnica come consulente del Giudice in un caso di divorzio o separazione che prevede anche l'affidamento dei figli, nello specifico l'affido condiviso ai sensi della Legge n. 54/2006. Abbiamo scelto questo come caso "esempio" poiché si tratta di uno dei motivi più frequenti per cui un giudice nomina ha bisogno dell'aiuto di uno psicologo. Come riferimento normativo principale per queste linee guida adotteremo il Protocollo di Milano.
Come svolgere il primo incontro consulenziale?
La perizia comincia a partire dal primo incontro consulenziale, nel quale l'esperto fornirà alle parti, ovvero alla coppia di genitori,tutte le informazioni su:
- scopo degli incontri;
- metodologie e procedure adottate;
- limiti del segreto professionale a cui l'esperto è vincolato;
- date in cui intende svolgere le attività necessarie (queste potranno essere comunicate anche in un secondo momento, garantendo comunque sufficiente anticipo).
Si tratta di un incontro a carattere principalmente informativo a cui non è necessario che prenda parte il minore, anzi è addirittura più opportuno che quest'ultimo non sia presente. Al termine del primo incontro lo psicologo dovrà redigere un verbale in cui annoterà quanto accaduto nell'incontro avendo cura di sottoscriverlo insieme alle parti in causa. Tale prassi andrà poi ripetuta per ciascuno degli incontri successivi.
Quali tipologie di incontri vanno svolte?
- Sempre secondo il protocollo di Milano, è necessario effettuare una lunga serie di incontri consulenziali che possono essere di diversa tipologia:
- incontri di coppia;
- incontri con il minore;
- incontri congiunti ove siano presenti coppia e minore;
- incontri con il minore e un solo genitore (padre o madre che sia)
- incontri con figure di riferimento per il minore (nonni, zii, eventuali nuovi partner dei genitori);
- visite domiciliari e/o scolastiche;
- incontri con servizi sociali o professionisti del settore;
- incontro finale.
Ogni incontro ha degli obiettivi precisi che possono essere:
- studiare il fascicolo processuale;
- ricostruire l'anamnesi individuale, familiare e la storia di sviluppo del minore;
- analizzare la relazione tra i genitori ed approfondire le loro motivazioni insite nell'azione;
- valutare le dinamiche relazionali e comportamentali dei genitori nei confronti del figlio;
- risalire al contesto psicosociale della famiglia.
Per quanto riguarda i colloqui con il minore essi devono essere effettuati secondo quanto stabilito dalla letteratura specialistica con l'obiettivo di valutare il suo funzionamento cognitivo, affettivo e sociale, raccogliendo anche la rappresentazione che il minore ha dei genitori, sia come coppia che come singoli individui. Per valutare ciò si potrà far ricorso a disegni, a giochi, all'utilizzo di test specifici, all'osservazione e strumenti di valutazione idonei tipici del contesto della psicologia forense. Se l'età del minore è tale da consentirlo, può essere prevista una restituzione dei risultati della valutazione allo stesso.
Come redigere la consulenza
Nel nostro articolo su come redigere una relazione peritale abbiamo individuato le 4 parti principali che non devono mancare in essa, riportandole al caso del Consulente Psicologo possiamo dire che la perizia dovrà contenere i seguenti elementi:
- Parte introduttiva
in cui inserire la natura dell'incarico, il quesito a cui rispondere e tutti i dati generali connessi all'indagine - Parte descrittiva
che conterrà il calendario degli incontri, la metodologia scientifica applicata nel condurli, gli obiettivi di ciascuna visita e la descrizione degli incontri effettuati. - Parte valutativa
che conterrà tutta la psicodiagnostica dei soggetti analizzati e del contesto familiare (nel caso oggetto dell'esempio), con le valutazioni personali dello Psicologo, supportati dalla bibliografia e dalla letteratura specialistica per il settore - Parte conclusiva
con le considerazioni conclusive dello Psicologo e la risposta ai quesiti del giudice.
Alla relazione dovranno essere allegati anche eventuali documenti o appendici che il professionista riterrà importanti e correlati alla riposta.
Quanto guadagna uno Psicologo CTU?
Il compenso dei consulenti tecnici è stabilito da apposite tabelle contenute nel D.M 30 maggio 2002 "Adeguamento dei compensi spettanti ai periti, consulenti tecnici, interpreti e traduttori per le operazioni eseguite su disposizione dell'autorità giudiziaria in materia civile e penale". Nello specifico, l'importo cambia in base all'ambito e alle modalità in cui è svolta la perizia e, per quanto riguarda alla consulenza tecnica dello psicologo, possiamo rifarci all'articolo 24 di tale decreto che prevede un onorario da €96,58 a €387,86. Per ottenere la liquidazione è necessario presentare richiesta presso la cancelleria del tribunale. Specifichiamo che le spese relative alla consulenza tecnica, e quindi il compenso del CTU, sono a carico delle parti, ferma restando la facoltà del Giudice di attribuire l'obbligo di saldare la somma soltanto ad una delle parti in carica.
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